Il finocchietto selvatico. Quanto ci piace questa pianta antica e profumata.Alla Piazzetta del Sole usiamo molto il finocchietto selvatico. Il suo sapore, il suo profumo, quel suo essere così eclettico, ne fanno una delle erbe più utilizzate nella nostra cucina. Ci piace poi pensare che la storia del finocchietto selvatico, così antica, ben si sposi alla cucina di un territorio come il nostro, altrettanto antico e ricco di storia. Suggestioni, semplici pensieri.
Allora, per cominciare, vediamo un po’ insieme la storia di questa erba dal sapore così particolare. Il finocchietto selvatico, chiamato anche Foeniculum vulgare, è una meravigliosa pianta tipica delle zone mediterranee, amata e usata anche dagli antichi greci ma che, pare, debba la sua diffusione nel resto dell’Europa proprio ai Romani.
Però fu proprio in Grecia che il finocchietto selvatico vide cominciare la sua storia. Fin dai tempi antichi il finocchietto selvatico mescolò la sua vita a quella di storie, leggende e curiosità; come quella riportata da Plinio secondo cui anche i serpenti si strofinassero contro questa pianta per rimettersi in sesto la vista dopo il periodo della muta. Erba a cui furono attribuiti poteri di combattere punture di animali velenosi ma anche significati legati alla rinascita spirituale e alla capacità rigenerativa di corpo e mente.
Vediamo ora solo un breve accenno botanico. Il finocchietto selvatico si definisce come pianta erbacea perenne facente parte della più grande famiglia delle Ombrellifere. Nel nostro paese il finocchietto selvatico cresce, in modo spontaneo, principalmente nelle aree costiere. Perché è un arbusto che ama le zone soleggiate, preferibilmente selvagge, incolte e secche.
Molto bello il suo aspetto, con un fusto ramificato e con graziosi fiorellini piccoli e gialli che vanno a formare quelli che sembrano piccoli ombrelli. Ed è proprio alla sommità di essi che si sviluppano i fiori. Sono proprio questi ad avere il tipico e inconfondibile aroma.
Il finocchietto selvatico, oltre ad essere usato in cucina (noi lo usiamo, per esempio, con il baccalà arrosto, le patate al forno o il coniglio a porchetta) per il suo profumo, fa anche bene. Non dimentichiamoci che ha proprietà digestive e stimolanti. Un infuso di finocchietto, per esempio, può essere un ottimo rimedio contro problemi di alitosi ma anche come impacco per le infiammazioni cutanee.
Certo è in cucina che fa la parte del leone o, per lo meno, nella cucina di alcuni territori. Perfetto “compagno di piatto” per carni e pesci, amico di insaccati e formaggi per l’aroma che conferisce loro e base per la preparazione di alcuni liquori.