aperitivoterramadre

Terra Madre Day: il territorio al centro

Terra Madre Day: il territorio al centro
Siamo molto contenti di come è andata la nostra serata dedicata al “Terra Madre Day”. Lo siamo perché è stata l’occasione per ripetere, con forza, un concetto che ci sta da sempre a cuore: mettere in primo piano la cultura del territorio. Una cultura che è, non solo fatta di storia e architettura ma, anche e soprattutto, di prodotti agricoli, gastronomia e cibo. “Terra Madre Day”, per noi, è stata anche l’occasione di mettere un po’ in discussione una definizione forse un po’ abusata, buona per il marketing ma così poco veritiera da rischiare di mettere in ombra la verità: chilometro zero. Espressione che, a ben pensarci, non vuol dire nulla. Se dovessimo prenderla alla lettera, noi della Piazzeta del Sole per esempio, dovremmo mettere nei piatti dei nostri clienti solo prodotti fatti all’interno delle nostre mura. Cosa obiettivamente impossibile. Ci piace molto di più parlare di “territorio”, con le sue specificità storiche, culturali, ambientali. Rende meglio, secondo noi, il concetto di comunità, anche comunità produttiva.
Cos’è il “Terra Madre Day”? Si tratta di una giornata che, dal 2009, vuole un po’ essere una fotografia, un fermo immagine, su un’attività in realtà ben più articolata. Una sorta di celebrazione del cibo territoriale, locale per mettere in primo piano l’importanza di questo concetto e le sue inevitabili ricadute su un’idea di produzione e consumo sostenibili.
Ma “Terra Madre” è anche una vera e propria rete dentro la quale si muovono agricoltori, pescatori, allevatori, produttori e anche ristoratori il cui intento è quello di promuovere e difendere proprio la “territorialità” che è fatta di biodiversità e di cultura del piccolo. Dove piccolo non è un giudizio di valore ma una barriera a difesa delle produzioni locali, contro la logica delle produzioni intensive, massificate e globali. Territorio dunque come differenza, parola della cui importanza troppo ci si sta dimenticando. “Terra Madre” è un progetto che, prima di ogni altra cosa, mette al centro di tutto l’agricoltura: perché senza di essa, pensiamoci bene, non ci sarebbe nulla. AgriColtura dunque come AgriCultura.
Stiamo parlando di un progetto che nasce da Slow Food e che ha, come scritto nel sito di Terra Madre, la profonda convinzione che “mangiare è un atto agricolo e produrre è un atto gastronomico”. E, aggiungiamo noi, promuovere il territorio in questo modo è un atto politico. Nel senso più nobile e autentico del termine.
Noi, ieri sera, abbiamo contribuito con un tassello del nostro territorio, preparando una cena che, al centro, aveva i legumi e le patate della Tuscia. Nostra compagna di viaggio in questa avventura è stata la cooperativa Ccorav di Grotte di Castro che riunisce alcuni produttori locali, difendendone e promuovendone il lavoro e, appunto, la specificità. L’agronomo Mirko Giuliani ci ha raccontato perché questi legumi e queste patate sono così buoni e così importanti per il territorio, perché sono così strettamente legate alla cultura agricola dell’Alto Viterbese.
E noi, a queste eccellenze agricole, abbiamo dedicato la serata proponendo una gastronomia altrettanto locale, territoriale, specifica. Partendo da un aperitivo a base di baccalà sfilettato con passatina di ceci, crostino con lenticchie di Onano e guanciale, insalatina di fagioli del purgatorio con aringa affumicata. Passando poi attraverso la semplice bontà di un antipasto con crema di patate viola, uovo e tartufo, tuffandosi, a seguire, in una zuppetta di ceci e castagne per terminare con bracioline di maiale ripiene con fagioli all’uccelletto.
Questi prodotti, questa gastronomia, questa agricoltura, questo territorio. Sperando così di avere spiegato perché, tutto ciò, è davvero qualcosa di molto diverso dal “chilometro zero”
aperitivoterramadre